Tax control framework volontario
Lo strumento è idoneo a salvaguardare l’impresa e il patrimonio aziendale e permette di identificare i rischi fiscali, di valutarne il livello di rischiosità, di identificarne i controlli a presidio, di individuare le azioni per rimediare a eventuali carenze dei controlli.
Il TCF consente al management di prevenire o individuare tempestivamente un errore o una violazione tributaria, riduce la probabilità di comportamenti fraudolenti di terzi, rileva inefficienze in termini di controllo, identifica il trattamento fiscale durante tutte le fasi di un’operazione.
L’adozione del TCF volontario determina due significativi vantaggi premiali di carattere fiscale (art. 7-bis del DLgs. 128/2015):
- la disapplicazione delle sanzioni amministrative (fuori dai casi di violazioni fiscali caratterizzate da condotte simulatorie o fraudolente);
- lo scudo penale integrale (non punibilità) per la dichiarazione infedele ex art. 4 del DLgs. 74/2000 (fuori dai casi di violazioni fiscali caratterizzate da condotte simulatorie o fraudolente o dall’indicazione nelle dichiarazioni annuali di elementi passivi inesistenti) senza invio della notizia di reato alla Procura della Repubblica.
In entrambi i casi, condizione necessaria è che i rischi di natura fiscale siano comunicati preventivamente, mediante interpello, all’Agenzia delle Entrate.
A ben vedere sono altrettanto significativi i vantaggi di natura non prettamente tributaria che il TCF può determinare:
- in primo luogo, si assiste a un miglioramento della reputazione nei confronti di tutti gli stakeholder che valutano positivamente il fatto che i rischi fiscali siano soggetti a un controllo adeguato;
- inoltre, la stabilità dell’effettivo carico fiscale (ETR) costituisce un vantaggio competitivo e influisce positivamente nella redazione del bilancio in quanto fa anche venir meno la necessità di imputare fondi per rischi e oneri in bilancio per rischi fiscali futuri.
E ancora, e soprattutto, i rating ESG e le certificazioni internazionali di sostenibilità valutano positivamente l’adozione di un sistema di controllo interno del rischio fiscale. La variabile fiscale e la gestione dei rischi finalizzata alla corretta determinazione delle imposte sono entrati a far parte del catalogo degli indicatori di sostenibilità ESG. La trasparenza in materia di fiscalità è parte dei contenuti della reportistica ESG e il TCF, quindi, si pone a servizio delle esigenze ESG, soddisfacendo i requisiti di sostenibilità sul lato delle imposte. Si tratta di aspetti certamente apprezzati dal settore creditizio/finanziario, dalla Pubblica Amministrazione e dagli investitori terzi in generale.
Al tema della sostenibilità si aggiunge quello degli adeguati assetti organizzativi, verso il quale le PMI devono “guardare” con sempre maggiore sensibilità. Il modello di TCF sarà definito, in concreto e nella sua struttura generale, dalle linee guida che dovranno essere emanate dall’Agenzia delle Entrate ma è indubbio che, a fronte dei benefici sopra elencati, l’adozione di un TCF comporta oneri (amministrativi e finanziari) finalizzati a compiere una serie di passaggi organizzativi (tax risk assessment).